Si fa presto a dire “mangiare”, in verità non è così facile

Quando ero parroco in provincia di Brescia, in una delle due parrocchie che il Vescovo mi aveva affidato c’era una signora ultraottantenne che non si era mai sposata e aveva sempre vissuto da sola. Era bravissima nel cucire, nello stirare tanto che, come volontaria, aveva sempre aiutato a pulire, rammendare e anche creare bellissime tovaglie per l’altare. In paese era stimata, anche se  a volte qualcuno le obbiettava di essere troppo puntigliosa. Per es. quando era ora di pranzo o cena lei non diceva mai: “vado a mangiare”, ma non l’ho mai sentita dire neppure: “vado a comprare qualcosa per cucinare”. Lei diceva apertamente e con tanto orgoglio: “io mi nutro, non mangio”. Quando la si incontrava per strada al ritorno dal supermercato affermava: “nella busta della spesa ho il mio nutrimento”, e mai svelava cosa avesse comprato.

In verità questo atteggiamento indisponeva un po’ anche me, perché sebbene non lo desse mai a vedere, quando parlava di cibo sembrava volesse fare la saccente, come se volesse distinguersi dagli altri. A pensarci bene, con il senno di poi e, come già detto, sapendo che in tutti gli altri atteggiamenti era veramente una persona umile e pacata, quella anziana signora utilizzando un simile linguaggio, probabilmente voleva trasmettere un messaggio: “non si vive per mangiare, ma si mangia per vivere”. In pratica, voleva farci rendere conto che anche il semplice e naturale gesto del mangiare deve essere fatto con consapevolezza, cioè selezionare il cibo adeguato per il nostro fisico, quelle quantità di cibo adeguate alla nostra struttura fisica, poiché mangiare a occhi chiusi può essere divertente e anche piacevole, ma a volte potrebbe causare danni alla nostra salute.

Personalmente, non so voi, non mi soffermo su certe sottigliezze terminologiche, ma il concetto mi piace, anzi, per esperienza posso testimoniare che funziona, giacché pensare prima di mangiare le conseguenze negative che potrebbe avere quel pasto su di me lo trovo salutare. Sulla frase “non si vive per mangiare, ma si mangia per vivere”, La risposta è in cucina ci tiene a precisare che è d’accordo per metà, perché è vero che mangio per nutrirmi, tuttavia questo non deve togliermi il piacere del mangiare, poiché mangiare deve assolutamente restare uno dei grandi piaceri della vita! 

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